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“Dove mi trovo”, わたしのいろところ di Jhumpa Lahiri

E’ stato tradotto in giapponese l’ultimo libro di Jhumpa Lahiri, scrittrice americana di origine bengalese

Un libro molto suggestivo, grazie anche alla sua struttura in 46 racconti brevi. Ognuno è la tessera di un mosaico che ci restituisce il quadro di una vita caratterizzata da uno sradicamento profondo.

“Esiste un posto dove non siamo di passaggio?”

La protagonista non ha un nome, vive sola per caso ma anche per scelta, e fa i conti con la solitudine, con la sua difficoltà a identificarsi in un luogo e a stabilire rapporti con le persone.

In questi racconti nessuna persona ha un nome e neanche la città (Roma) viene mai nominata; con i suoi quartieri descritti come paesi, con le sue cupole, le sue ville, le sue strade.

DOVE mi trovo

Il romanzo si snoda attraverso luoghi e, tranne quelli che scandiscono le stagioni (in primavera, ad agosto, in inverno) ogni capitolo, ogni racconto di questa narrazione è il nome di un luogo: in ufficio, in piazza, in piscina, per strada, al bar, in cartoleria, alla stazione, al supermercato, da mia madre… e in ognuno dei quali avvengono brevi incontri.

Penultimo luogo, prima del viaggio in treno del capitolo finale, è DA NESSUNA PARTE e qui l’autrice elenca una serie di aggettivi scelti per definire il suo stato: “Disorientata, persa, sbalestrata, sballata, sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, straniata: in questa parentela di termini mi ritrovo.”

L’autrice

L’ autrice è di madrelingua inglese nata a Londra da genitori bengalesi e newyorkese d’adozione. Ha scritto questo romanzo in italiano, lingua che ama e che continua a studiare dopo aver trascorso lunghi periodi in Italia. In ogni singola pagina traspare il lavoro fatto sulla lingua e sulle parole, per la ricerca di un particolare linguaggio letterario.

Jhumpa lahiri

La traduzione

Sono venuta a sapere della traduzione di questo libro perchè se ne è occupato personalmente il mio ex-professore di giapponese. Il Professore Hiroo Nakajima è stato lettore all’Università di Firenze per quasi 20 anni. Adesso in pensione, e’ tornato nella sua casa di Hiroshima e continua a collaborare con il mondo letterario italiano e giapponese.

Per questa traduzione mi ha gentilmente chiesto qualche consiglio e adesso è bellissimo poter tenere tra le mani il libro e vedere il mio nome tra i ringraziamenti.

Grazie a lei, Nakajima Sensei.

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