“Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi
Grazie al passaparola dei lettori, questo libro è diventato un caso letterario mondiale
Con il suo libro d’esordio, “Finché il caffè è caldo”, l’autore Toshikazu Kawaguchi ha vinto il prestigioso premio al Suginami Drama Festival. Sceneggiatore e regista, Kawaguchi ha costruito questo romanzo come fosse un copione con entrate e uscite di scena ben delineate. Non a caso, dal libro è stata tratta un’opera teatrale e un film, del 2018, girato da Ayuko Tsukahara e con protagonista Kasumi Arimura.
Il libro
Tokyo. Un piccolo cafè a conduzione familiare. Sedendosi ad un tavolino si può tornare indietro nel tempo, ma solo fino a quando il caffè rimane caldo.
E’ in questo cafè che si incrociano le storie di Fumiko, Kotake e Hirai. Ognuno di loro ha un magone ad appesantirgli il cuore, una questione irrisolta col passato che porta dubbi anche sul futuro.
Fumiko teme di aver perso l’amore della sua vita e in un certo senso anche Kotake, visto che il marito ha l’alzheimer e comincia già a dare i primi segni di perdita della memoria. Hirai invece è alle prese con la sua famiglia, dalla quale sfugge da tanti, troppi, anni.
Protagonisti di queste storie sono anche i gestori del cafè, sempre pronti ad accompagnare i loro clienti in questi viaggi temporali e a coccolarli al “rientro”. Kei e Nagare sono la coppia di proprietari e aspettano una bambina. Ad aiutarli con le ordinazioni anche la cugina di lui, Kazu. Già dopo qualche pagina sembra di conoscerli da una vita e non ci si può non affezionare a loro.
Lo stile
La cosa che ho più apprezzato di questo libro è proprio l’atmosfera di tipo amichevole/familiare che avvolge tutti i personaggi e, inevitabilmente, anche il lettore. Sembra quasi di trovarcisi dentro, a questo piccolo cafè di Tokyo: pochissimi tavoli, atmosfera accogliente e un po’ vintage. E, anche se quando si pensa a Tokyo vengono in mente grattacieli e locali alla moda, in realtà i quartieri sono pieni di queste piccole, adorabili realtà.
Le storie sono appassionanti e, in un climax ascendente, si crea una vera e propria empatia con i personaggi. Ci ritroviamo catapultati nelle loro vicende e ne condividiamo le angosce e le speranze chiedendoci se basteranno pochi minuti, giusto il tempo di un caffè, per risolvere tutto.
“Finché il caffè è caldo” è un libro ‘scaldacuore’, che riesce ad emozionare con storie molto umane e gesti semplici, delicati, molto giapponesi. I sentimenti umani sono universali, è vero, ma dal libro si riscontra anche l’abitudine dei giapponesi a non dirsi tutto apertamente. Mi sono sempre chiesta come facciano a tenersi le cose dentro, anche quando bruciano e fanno male o quando generano dubbi amletici. Beh, questo libro vuole dare una risposta a tutto questo, facendoci riflettere sull’importanza del dire le cose al momento giusto. Magari davanti ad un caffè.
Titolo: “Finché il caffè è caldo”
Autore: Toshikazu Kawaguchi
Traduttore: Claudia Marseguerra
Editore: Garzanti
Anno: 2020
Pagine: 192
Prezzo: 16 €