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“Mille gru” di Kawabata Yasunari

Amori incestuosi sullo sfondo del rituale della cerimonia del te’, in un romanzo del premio Nobel Kawabata Yasunari

copertina cover oscar mondadori mille gru Kawabata Yasunari
Copertina di Ikenaga Yasunari

Kawabata è uno degli autori giapponesi che più si è prodigato per far conoscere la cultura del Giappone tradizionale all’estero nel Secondo dopoguerra.

Immagini plastiche, che ci riportano ad un Giappone lontano ma mai scomparso, compongono il romanzo capolavoro Mille Gru. Kawabata ci trascina in questo mondo prettamente giapponese fatto di regole e dinamiche che viste dall’esterno possono risultare, sì oscure, ma anche estremamente affascinanti.

La vera protagonista è la cerimonia del te’ , con la sua gestualità codificata e ricca di significati: antica ed eterna. I personaggi interagiscono tra di loro proprio attraverso gli utensili utilizzati durante le cerimonie. Le tazze che erano del padre passano all’amante, che a sua volta le lascia alla figlia che le renderà infine al figlio del primo proprietario.

kimono raku tazza te' Kawabata Yasunari

Seguendo il viaggio delle tazze e delle ceramiche pregiate, si ricostruiscono i rapporti tra i vari personaggi, in un’intreccio tra generazioni dal tono quasi incestuoso.

Gli utensili della cerimonia del te’ sono come testimoni silenziosi dei legami amorosi tra due famiglie: Mitani ed Ota.

La trama

Il giovane Mitani Kikuji è sotto l’ala “protettrice” di un ex amante del padre, Chikako, che vuole imporgli una sua favorita: la bella Yukiko. La donna organizzerà quasi un miai (incontro per combinare il matrimonio) ma non calcola che si metterà di mezzo un’altra amante del padre di Kikuji.

Il giovane Mitani si trova così conteso da più donne, in un gioco di antichi rancori e vecchi ricordi che tornano in superficie.

Gli amori passati e le colpe dei genitori segnano le vite dei figli, secondo un tipico topos giapponese per cui più generazioni sono segnate dagli stessi identici mali.

Altro topos è la passione che si trasforma in disperazione logorante. Spesso l’unica via di uscita, infatti, non può che essere la morte.

Lo stile

Il romanzo è caratterizzato da immagini estetiche molto forti, alcune davvero d’impatto, come il ricordo della voglia con cui si apre il primo capitolo. Anche i titoli dei capitoli corrispondono ad immagini simbolo e chiave della storia: “i boschetti al tramonto”, “il bricco dipinto”, “il rossetto della madre”…

Gli stessi capitoli furono concepiti per uscire su riviste letterarie dell’epoca. Infatti, ciascun capitolo ha una sua completezza, come fosse un racconto breve.

E le “mille gru” del titolo? Anche loro si ricollegano ad un particolare visivo: il furoshiki rosa dal motivo a gru bianche che Kikuji vede in mano a Yukiko.

furoshiki crane gru Kawabata Yasunari

La prosa di Kawabata è fortemente evocativa e simbolica, quasi come si trattasse di un haiku. Gli oggetti parlano da soli e suggeriscono dettagli utili all’interpretazione.

La sensualità in Kawabata è delicata, senza descrizioni esplicite degli atti che spesso sono appena deducibili, se non addirittura dubbi.

Le descrizioni che si ritrovano maggiormente invece, sono quelle degli utensili e dei movimenti propri della cerimonia del te’. La cerimonia, infatti, sembra essere l’unico punto fermo in mezzo a personaggi quasi evanescenti. E’ attraverso la descrizione di tazze e ceramiche che Kawabata tratteggia meccanismi psicologici quasi impercettibili.

Il libro lascia il finale aperto ma, per chi volesse continuare a leggere la storia di Kikuji c’è Il disegno del piviere, che si pone come seguito ideale di Mille gru, riprendendo le vite di alcuni suoi personaggi.

Mille gru - Yasunari Kawabata - copertina

Titolo: “Mille gru”

Autore: Kawabata Yasunari

Traduttore: Mario Teti

Editore: Mondadori – Oscar Moderni

Anno: 2019

Pagine: 150

Prezzo: 12 €

Per altri bellissimi ritratti di donna a opera di Ikenaga Yasunari, vi lascio il link al suo sito web. Bellissimo.

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