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Le ceramiche di Franzi

Dalla famosa ceramica raku alle produzioni piu’ semplici, i giapponesi sono devi veri maestri in quest’arte. Le creazioni di Franzi vi trasportano in questo mondo fatto di wabi sabi e tanta dedizione

Ho sempre trovato molto affascinante il mondo della ceramica; la manualita’ dell’artigiano che forgia l’oggetto e lo crea come espressione della sua creativita’, l’idea che ogni pezzo fatto a mano sia un pezzo unico, con i suoi piccoli difetti e le sue unicita’.

C’e’ chi ha mollato tutto per dedicarsi pienamente a quest’attivita’, mettendo la propria manualita’ e creativita’ al servizio di un’idea precisa: creare dei pezzi in ceramica delicati, ispirati alla natura, molto wabi sabi.

Sto parlando di Francesca Romana Martini, in arte Franzi, romana laureata in lettere e filosofia e studiosa di estetica, antropologia e storia delle religioni. Francesca era contenta dei suoi studi, ma ha capito che non era esattamente il lavoro della vita e non aveva senso portarlo avanti. Voleva puntare tutto su se’ stessa e cosi’ ha fatto, indirizzandosi verso la ceramica, con divertimento e serieta’.

Le ho fatto alcune domande per saperne di piu’:

Violet: Come ti sei avvicinata al mondo della ceramica?

Franzi: “Ho passato un periodo un po’ difficile dopo l’università, non riuscivo a trovare un lavoro che mi soddisfacesse. È stato allora che ho capito che avrei dovuto assolutamente impegnarmi in quel che
ho sempre voluto fare
: l’artista e l’artigiana. Ho iniziato a lavorare l’argilla, essendo molto attratta dal lavoro al tornio elettrico (ovviamente giapponese, della Shimpo, si chiama whisper ed è infatti
molto silenzioso): è un lavoro che mi permette di essere me stessa, di creare dalla materia informe, di giocare con l’infinito alla ricerca di me stessa e di nuovi orizzonti di senso.”

Violet: Come e’ nata la tua passione per il Giappone?

Franzi: “Mi sono avvicinata al Giappone ancor prima di essere ceramista, ai tempi dell’università ho studiato l’animismo nipponico, la figura del samurai e di come spesso si trasformi in un uomo di pennello. Ho ammirato la pittura sumi-e, che contempla la spontaneità del wu-wei: quel non-agire che non è immobilismo ma è muoversi in modo spontaneo, restituendo importanza al gesto.
Mi sono anche interessata alla cerimonia del tè che celebra il wabi sabi, per cui ogni cosa è immersa nel tempo e consumata dal tempo. Proprio questo si celebra, il tempo e i suoi effetti sulle ceramiche e sugli altri strumenti. Sono i gesti quotidiani che si connotano di sacralità.
In seguito ho iniziato a vedere i film di Miyazaki, i suoi personaggi e i suoi luoghi, così lontani dalla cultura cattolica…Me ne sono letteralmente innamorata! C’è una fantasia immensa e un rispetto della natura incredibile. Sento che tutto questo mi appartiene, mi fa sognare e mi stimola ad andare oltre, ad essere curiosa di abbandonare quei modelli di società in cui siamo invischiati.”

Violet: Questa passione emerge tramite le tue creazioni?

Franzi: “Credo che non sia io a doverlo dire, ma sicuramente alcune cose sono molto intimiste, hanno una loro forza intrinseca. C’è una scelta di un modello di vita differente da quello che ti impone la società. Ogni gesto che facciamo è politica e amore allo stesso tempo. Molto dipende da noi, siamo noi gli artefici del nostro destino e purtroppo – o per fortuna – anche di quello della natura.”

Violet:Hai studiato qualche tecnica giapponese?

Franzi: “Si, il neriage: è una tecnica orientale che è stata poi diffusa in tutta Europa. È un lavoro molto complesso: si prendono dei corpi argillosi, o porcellane colorate, e si mischiano insieme formando tantissime sfumature di colore. Ovviamente può essere sia un lavoro fatto alla buona che un lavoro estremamente complesso, che vede tutt’oggi impegnati tantissimi artisti giapponesi e non solo. Entrando nello specifico, in realtà esistono due tecniche: il neriage, cioè mischiare e lavorare al tornio, e il nerikomi, che consiste nel formare dei pattern decorativi e assemblarli insieme. Formare degli impasti di colore differente richiede la massima precisione nel calcolo delle percentuali. Ciò richiede giornate di attesa e di cotture in forno per vedere il risultato finale. Se siete curiosi potete cercare Tomoro, che è bravissimo, o i vasi meravigliosi di Matsui Kosei. Un’altra tecnica che mi piace tantissimo è l’intarsio, cioè scavare la porcellana e metterci dentro del colore. È un po’ complesso anche questo, ma stupendo. Mi vengono in mente, per esempio, gli artisti di Icheon in Corea del Sud. Un’ultimo procedimento che voglio segnalare è il “martellato”, che consiste nel formare una texture con l’aiuto di un attrezzo, battendo regolarmente sull’oggetto che si sta lavorando al tornio.”

Violet: Sogni di andare in Giappone? (o tornarci se ci sei gia’ stata)

Franzi: “Mi piacerebbe molto visitare il Paese. Sia la natura, sia le città. Vorrei vedere le rocce sposate, i santuari, i mille torii, il parco di Nara, lo Studio Ghibli! Vedere il tramonto su questa natura pazzesca. Diciamo che non ho mai fatto un itinerario ma sarebbe interessante farlo con l’aiuto di un esperta; quello che più mi affascina sono tutti i luoghi legati allo shintoismo. Ci sono i tesori viventi del Giappone che sono gli e artigiani mi piacerebbe tanto conoscerli!”


Adoro lo spirito di Francesca, la sua delicatezza e al tempo stesso la forza con cui si impone in maniera originale, aggiungendo valore ad oggetti dall’uso quotidiano.

Da poco ha lanciato anche una linea di gioiellini deliziosi in ceramica e dettagli oro o pastello.

Questo e’ il suo Instagram > Franziceramics e questo il suo negozio su Etsy, dove potete acquistare le sue creazioni.

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